Archivio Scomodo

Mausoleo Graziani
Il mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani, inaugurato nel 2012 ad Affile, è una figura controversa legata al fascismo. Il monumento, progettato con stile architettonico fascista e le parole "patria e onore", è diventato meta di turismo nostalgico fascista. Graziani, che trascorse parte della sua vita ad Affile, è un personaggio importante per la memoria locale, ma la sua tomba è stata oggetto di atti vandalici. La costruzione del mausoleo, finanziata con fondi pubblici, ha scatenato proteste e divisioni tra fascisti e antifascisti, portando anche a controversie legali. Il mausoleo rappresenta un esempio di "difficult heritage", un patrimonio contestato ma allo stesso tempo celebrato.

Palazzo Rodolfo Graziani
Il palazzo dove nacque Rodolfo Graziani a Filettino nel 1882 fu acquistato dalla comunità negli anni Trenta e donato a Graziani in segno di stima. Dopo la sua morte, il palazzo rimase di proprietà della famiglia fino al 2000, quando il Comune lo riacquistò per il suo valore storico. Nel 2022, durante il restauro, venne ricollocato il busto di Graziani, suscitando forti polemiche nella comunità. Alcuni difesero il legame storico di Graziani con il paese, mentre altri lo considerarono una celebrazione inaccettabile di un criminale. Dopo un anno di conflitti, il busto fu rimosso definitivamente. Il palazzo, ora sede di un museo, è diventato un simbolo di "non cancellazione" della memoria storica, pur con una risignificazione del suo uso.

Parco “Rodolfo Graziani”
Il parco di Filettino è intitolato a Rodolfo Graziani, figura controversa del fascismo. Mentre alcuni lo difendono per il suo legame con la città, altri criticano il nome a causa delle sue atrocità coloniali. Nonostante le polemiche, l'intitolazione non è stata cambiata e il parco continua a essere vissuto dalla comunità, rappresentando un esempio di "difficult heritage".

Palazzo della Civiltà Italiana
Il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come "Colosseo Quadrato", fu progettato per celebrare il regime fascista e completato nel 1940. Inizialmente simbolo del potere di Mussolini, oggi ospita Fendi e viene utilizzato per eventi espositivi. Nonostante il restauro e l'uso moderno, il palazzo continua a suscitare dibattiti sulla sua connessione con l'ideologia fascista, mentre cinema e moda ne hanno trasformato l'immagine.

Obelisco Mussolini
L'Obelisco Mussolini, situato all'ingresso del Foro Italico, è un simbolo del regime fascista, costruito nel 1932 per celebrare il "rinnovamento nazionale". Composto da marmo di Carrara e alto 40 metri, riporta l'incisione "MUSSOLINI DUX". La proposta del 2015 di rimuovere il nome di Mussolini ha suscitato un acceso dibattito, con alcuni favorevoli alla conservazione dell'architettura fascista come testimonianza storica, mentre altri chiedono di cancellare i riferimenti al regime. L’obelisco continua a suscitare riflessioni, essendo un punto di ritrovo per sportivi e tifosi, ma anche un monumento che evoca conflitti ideologici.

Mosaici Foro Italico
Il Foro Mussolini, oggi Foro Italico, fu costruito dal 1927 come simbolo del regime fascista, con monumenti, mosaici e l’Obelisco Mussolini. Progettato per celebrare lo sport e l’ideologia fascista, il complesso è oggi un luogo di attività sportive e passeggiate, ma i suoi mosaici, con simboli fascisti e scritte come “DUCE”, suscitano dibattiti. Sebbene alcuni desiderino rimuoverli o coprirli, altri ritengono importante preservare la memoria storica e utilizzarli per riflettere sul passato.

Stazione Roma Ostiense
La Stazione Roma Ostiense, costruita per accogliere Hitler nel 1938, è un esempio di estetica fascista, con architettura monumentale e mosaici “latineggianti”. Dopo la fine del regime, la piazza fu rinominata Piazzale dei Partigiani in onore della Resistenza. Oggi il luogo divide le opinioni: alcuni propongono di rimuovere gli elementi fascisti, altri vogliono conservarli per educare sulla storia. Nel 2021 è emersa una polemica sull'idea di rinominare la piazza in onore di Hitler, che ha suscitato forte opposizione.

Statua di Indro Montanelli
La statua di Indro Montanelli a Milano è oggetto di controversie a causa del suo passato coloniale, in particolare l'acquisto di una giovane moglie eritrea durante la Campagna d'Etiopia. Nonostante la sua figura di giornalista apprezzato, il suo coinvolgimento con il fascismo e il razzismo ha suscitato proteste da movimenti femministi e antirazzisti, che hanno imbrattato la statua in più occasioni. Alcuni difendono la statua, affermando che non bisogna rimuovere la memoria del passato, mentre altri criticano l'idea stessa di onorare Montanelli, legando la sua figura alla de-umanizzazione coloniale.

Cimitero Militare Germanico
Il Cimitero Militare Germanico di Cassino, inaugurato nel 1964, ospita oltre 20.000 tombe di soldati tedeschi. Nonostante il coinvolgimento dei soldati in atrocità durante la guerra, i cittadini locali non provano rancore, giustificando la loro morte come un destino tragico. Il cimitero ora promuove la cultura della pace.

Palazzo delle Poste di Piazza Bologna
Il Palazzo delle Poste di Piazza Bologna, costruito negli anni '30 durante il regime fascista, riflette il razionalismo italiano con l'uso simbolico del marmo. Nonostante il suo valore storico, oggi la memoria del passato fascista è offuscata, separando l'estetica dall'eredità politica. Nel 2022, Poste Italiane ha restaurato l'edificio per esaltare il suo valore culturale.

Edificio del Foro Italico (Palazzo H)
Il Palazzo H, progettato nel 1927 da Enrico Del Debbio per l'Opera Nazionale Balilla, fu sede dell'Accademia fascista di educazione fisica e, dal 1951, del CONI. Oggi ospita "Sport e Salute". Durante il regime, lo sport era glorificato come strumento di nazionalismo e competizione militarista. Oggi, l'edificio è un esempio di "Difficult Heritage", radicato nel paesaggio mentale, ma con una consapevolezza storica e critica ormai persa.

Centro Sperimentale di Cinematografia
Fondato nel 1935 dal fascismo, il Centro Sperimentale di Cinematografia divenne un punto di contesa politica dopo la guerra. Nel 2023, l'emendamento del Governo Meloni suscitò proteste per il controllo diretto del Centro, mettendo in discussione il suo legame con il passato fascista.

Busto di Antonio Baldissera
Nel giugno 2020, attivisti imbrattarono il busto di Antonio Baldissera al Pincio, simbolo della colonizzazione italiana. Celebrato durante il fascismo, Baldissera è ricordato per la creazione delle truppe coloniali degli Ascari e le sue azioni violente, sollevando interrogativi sulla sua mitizzazione storica.

ISTITUTO L.U.C.E.
L'Istituto Luce, fondato nel 1924 dal regime fascista, fu uno strumento di propaganda per Mussolini e la sua glorificazione della storia italiana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, subì diversi tentativi di manipolazione, inclusi saccheggi nazisti e un incendio legato alla Resistenza. Dopo la Liberazione, fu riorganizzato, conservato e digitalizzato, e dal 2013 è incluso nel registro "Memory of the World" dell'UNESCO per la sua importanza storica e culturale.

Monumento al guerriero di Legnano
Il Monumento al Guerriero di Legnano, inaugurato nel 1900, celebra la vittoria della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa nel 1176 e divenne simbolo cittadino. Successivamente, l'immagine fu adottata dalla Lega Nord, generando conflitti simbolici tra identità storica e politicizzazione del monumento.

WeGil
Il WeGil, progettato da Luigi Moretti nel 1937 come Casa della Gioventù Italiana del Littorio, rappresenta un simbolo del fascismo. Dopo la guerra, è stato gestito dallo Stato e, dal 2017, è diventato un hub culturale. Il restauro ha fatto riemergere simboli fascisti, creando un luogo che solleva riflessioni sul colonialismo e le memorie divise.

L'Italia tra le Arti e le Scienze, dipinto Sironi in Aula Magna della Sapienza Università di Roma
Dopo la caduta del fascismo, il murale "Arti e le Scienze" di Mario Sironi fu censurato e modificato per rimuovere i simboli fascisti, ma la sua storia complessa continua a suscitare perplessità tra gli studenti. Il restauro, che ha riportato alla luce l'opera originale, solleva dibattiti sul patrimonio e le sue implicazioni politiche e morali.