Centro Sperimentale di Cinematografia
Via Tuscolana, 1524, Roma, RM, Italia
Livia Sileri

Il Centro Sperimentale di Cinematografia, progettato dall’architetto e scenografo Antonio Valente, fu voluto da Mussolini, insieme a Luigi Freddi e Galeazzo Ciano, e fondato nel 1935. L’inaugurazione del complesso - nella sua sede definitiva, a poca distanza dal complesso di Cinecittà - avrà luogo soltanto nel 1940. Alla direzione di questo nuovo organismo viene posto Luigi Freddi, che considera esigenza principale la formazione di nuove leve e mette a capo della Scuola il critico letterario Luigi Chiarini. Freddi si occupa della parte amministrativa e del rapporto con lo Stato, mentre Chiarini delinea la struttura dei corsi sulla base di uno studio delle pochissime istituzioni straniere che avevano già affrontato esperienze simili. Il Centro Sperimentale di Cinematografia si dota di una biblioteca e di una cineteca, ricca quest’ultima di molti capolavori del cinema mondiale. Altro pilastro dell’attività del Centro è la pubblicazione di “Bianco e Nero” rivista di storia e critica cinematografica assolutamente innovativa. Nelle parole del sito ufficiale: «Negli anni del fascismo il Centro è un luogo di sviluppo della coscienza critica in antagonismo con il regime».
Nel 1943, con l’occupazione delle truppe tedesche della Wermacht, la sede in via Tuscolana verrà saccheggiata. A partire dal dopoguerra la lotta politica tra cattolici e marxisti determinerà una continua alternanza nella gestione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Alla riapertura nel 1946 ne prenderà la guida Umberto Barbaro, che diventa direttore anche di “Bianco e Nero”.
Nel 1949 viene istituita una Cineteca Nazionale per il deposito dei film italiani.
Nel 1968, in un clima di contestazione, il CSC si trova al centro di un intenso dialogo intellettuale che coinvolge il cinema e la televisione. I movimenti studenteschi e le contestazioni intellettuali del 1968-1972 mettono in crisi molte istituzioni cinematografiche italiane - come la Mostra del Cinema di Venezia - e contestano Roberto Rossellini, diventato Commissario Straordinario del Centro. Nel 1974 il Ministero del Turismo e dello Spettacolo toglie l’incarico a Rossellini.
Nel 1997 lo stato giuridico si modifica in fondazione come Scuola Nazionale di Cinema, ma già nel 2004 si ripristina il nome di Centro Sperimentale di Cinematografia.
Nel luglio 2023 ha avuto luogo una nuova battaglia politica riguardante l’emendamento nato sotto il Governo Meloni - noto come dl Giubileo - che pone la struttura sotto controllo diretto del governo, con una divisione del suo organo direttivo tra vari dicasteri, scatenando un’ondata di dissensi e proteste da parte di studenti, attori e registi.
Attualmente il CSC non è aperto al pubblico, ma ciò che emerge dalle politiche artistiche del Centro è una profonda risignificazione della struttura di origine ed estetica fascista (Baldi 2018: 50-65). Sebbene possa stridere, ad un primo sguardo, il rapporto tra la libertà espressiva dell’arte e l’impronta fascista delle strutture, viene da chiedersi se non sia proprio questo il fulcro del Difficult Heritage: non “cancellazione” del proprio passato ma ricostruzione di una nuova identità a partire dalla consapevolezza critica della propria storia. Vocazione, dunque, all’indipendenza dal potere che si esprime ancora oggi attraverso battaglie politiche.


