Edificio del Foro Italico (Palazzo H)
Piazza Lauro de Bosis, 15, Roma, RM, Italia
Livia Sileri

Il Palazzo H è un edificio che fa parte del Foro Mussolini, oggi Foro Italico, progettato su indicazione dell’Opera Nazionale Balilla dall’architetto Enrico Del Debbio nel 1927. Dal 1932 il Palazzo H divenne la sede dell’Accademia fascista maschile di educazione fisica - o Accademia della Farnesina: «Il complesso viene inaugurato il 4 novembre e comprende l’Accademia di educazione fisica, lo stadio interamente in marmo di Carrara, coronato da 60 statue di atleti donate dalle province italiane, e quello dei Cipressi tagliato nel fianco della collina, con le gradinate erbose capaci di oltre 100.000 persone» (Nicoloso 2008: 48).
La struttura dell’edificio è caratterizzata dalla simmetria dei due corpi - di due piani ciascuno, uniti da un pontile - che lo compongono formando una pianta ad “H” e dai due ingressi - dal lato del Tevere e dal lato dello Stadio dei Marmi - le cui facciate sono arricchite da quattro statue di atleti.
Dal 1951 questo edificio sarà, invece, la sede del CONI e successivamente anche del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Dal 2019, inoltre, il palazzo è sede di ‘Sport e Salute’.
Lo sport “raccontato” dall’Istituto Luce negli anni del regime è molto diverso da quello oggi descritto nei propositi del CONI. «Lo sport dei film-Luce è competizione soldatesca, belligeranza festiva, risarcimento di frustrazioni, resa dei conti, anticipo di duelli più duri, spartana prova di carattere e di volontà, non gioco e neanche comparazione di tecniche. Ogni schermaglia si affardella di significati assoluti e la dignità della patria è in ballo, in palio la supremazia del regime e della nazione, la fierezza dell’appartenenza alla stirpe italica. Si riattizzano le faville del nazionalismo e, ammesso che gli appassionati della boxe e del calcio partecipassero agli avvenimenti sportivi per esclusivo e infiammato diletto, il film-Luce, enfiando la colonna sonora, impone alla cronaca il marchio della faziosità politica» (Argentieri 2003: 161).
Oggi l’edificio - che a tutti gli effetti può rientrare nella categoria di Difficult Heritage - sembra essersi radicato nel paesaggio mentale di intere generazioni che nel tempo hanno vissuto questo spazio attraverso una molteplicità di pratiche, dalla passeggiata domenicale allo sport settimanale, dallo studio al divertimento. Sembra essersi persa la consapevolezza storica e critica di questa significativa quanto controversa testimonianza del passato fascista.