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Palazzo delle Poste di Piazza Bologna

Piazza Bologna, 39, Roma, RM, Italia

Livia Sileri

Palazzo delle Poste di Piazza Bologna

La costruzione del Palazzo delle Poste in Piazza Bologna a Roma avvenne negli anni Trenta, un periodo in cui il governo fascista decise di adottare una politica autarchica. Questo approccio mirava a raggiungere l'autosufficienza economica e a interrompere i legami commerciali con gli altri paesi europei. Con l'indipendenza dai mercati esteri, l'Italia iniziò a sfruttare le proprie risorse interne per potenziare l'economia. Lo Stato, assumendo un ruolo imprenditoriale, promosse una “modernizzazione” nazionale, soprattutto attraverso il settore edile. L'uso del marmo - come rivestimento della struttura - rifletteva non solo una ricerca estetica ma anche economica, conferendo all'architettura un valore neutro e smaterializzato. Il marmo divenne il materiale simbolo del razionalismo italiano, esaltando le funzioni espressive e simboliche degli edifici. Il concorso per il Palazzo delle Poste, indetto dal Ministero delle Comunicazioni nel gennaio 1933, fu vinto dall'architetto Mario Ridolfi. La proposta iniziale prevedeva una divisione in tre corpi. La parte centrale comprendeva l'ingresso, il salone pubblico, la sala dei portalettere sul retro e la sala apparati telegrafici al primo piano. I due corpi laterali erano destinati ai servizi al piano terra, con due scale che conducevano agli uffici sui piani superiori. Il progetto, presentato a maggio 1933, rispettava queste indicazioni: suddivisione in tre parti e una facciata simmetrica con il volume centrale accentuato e più alto. Tuttavia, nell'ottobre dello stesso anno Ridolfi apportò modifiche sostanziali, rendendo l'edificio molto più compatto e accorpando le tre parti in una struttura unitaria. Il palazzo mostra quindi una superficie continua, interrotta solo nei punti centrali del prospetto principale e del retro. Si caratterizza per una parete senza spigoli con una forma a doppia curvatura. Gli elementi distintivi del prospetto frontale sono la scalinata centrale e la pensilina dell’ingresso, mentre il retro presenta una parete curtain wall e due cilindri di vetrocemento che coprono due scalinate. Oggi, questo patrimonio che a tutti gli effetti può rientrare nella categoria di Difficult Heritage, sembra essere affetto da un’amnesia generazionale che - attraverso l’uso e la pratica della vita quotidiana - ha corroso la memoria di un’eredità fascista arrivando a scindere del tutto l’utilità e l’estetica dell’opera pubblica dalla sua effettiva storia passata. Nel 2022 Poste Italiane ha provveduto a rimuovere numerose scritte vandaliche sulle pareti esterne del palazzo, restituendo «ai muri delle Poste di Piazza Bologna il decoro e la pulizia che l’edificio merita di mantenere inalterate per esaltare, oltre al valore culturale, storico e artistico, la sua funzione di simbolo di uno dei quartieri più belli della città».

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